A prima vista 
giovedě 21 agosto 2014

E' meglio contrattare prima il prezzo e fissarlo. In genere si deve abbassare molto ilo prezzo propopsto: il tassista mi voleva 7000 scellini, ma io (sapendo in precedenza il prezzo giusto) ho messo 5000 e non mi sono mosso da li'.

A Malindi tutti parlano italiano, anche i negri locali, in pratica sembra piu' una succursale malandata dell'Italia.

Gli edifici sono stati costruiti anni fa, e ora sono nabbandonati a se stessi. La crisi ha sottrratto turisti, e senza soldi non si fa manutenzione.
Fanno uno strano effetto, perche' ci sono case e palazzi fatti in cemento armato, quindi non furono costruiti prima degli anni '50. Pero' poi sono stati lasciati a se', e oggi molti sono fatiscenti, e le banchine si allagano al primo accenno di pioggia. Sembra che le citta' un tempo godessero di un relativo benessere, ma ora e' tutto in degrado. Sono passato davanti all'albergo che fece costruire l'Aga Kahn. Si veniva a investire nel turismo, gli occidentali col loro capitalismo avevano portato ricchezza e benessere. Oggi si lamentano che non c'e' lavoro. C'e' una parte del paese che e' molto martoriata dai terroristi che sono nati dalle utllime elezioni, quando il governo precedente fu sconfitto ma continua a mantenere il potere a fronte di brogli elettorali (almeno questo si dice, io non sono informato).
Mi viene in mente Beirut, che era la capitale del turismo ricco del medio oriente, e al nascere dei conflitti con gli israeliani, e' diventata un cumulo di macerie.

Diceva bene Bastiat: dove non passano le merci, passano gli eserciti.

Anche le strade sono malandate, la maggior parte sono in sterrato, con dossi e buche anche accentuate; quelle asfaltate presentano dei dissuasori di dimensioni spropositate, e non sono neanche segnalati.

La guida, a sinistra, e' molto disinvolta, e attraversare e' impresa da Indiana Jones...
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Merda 
sabato 16 agosto 2014
Andare da Mombasa a Malindi e' piu' impegnativo che andare da Bologna a Mombasa: non esistono treni.

Arrrivo intorno alle 13 a Mombasa, dopo avere terminato le operazioni di rito (passaporto, visto, check-out, cambio valuta), prendo un taxi per andare in centro e prendere un bus che mi porti a Malindi. N.B.: bus, non matatu, sono due cose completamente diverse.
Un operatore mi dice che partira' alle 16.... sono le 14, ok, aspetto 2 ore. Mombasa-Malindi sono altre 2 ore, ma e' presto e nessuno mi corre dietro.
LA CAZZATTA DELLA MIA VITA: mai fidarsi dell'efficienza di un paese sottosviluppato.
Alle 1530 mi dicono che il bus si e' rotto. Un tizio mi accompagna da un altro operatore (ovviamente dietro compenso, gli ho dato 50 scellini, mezzo euro, un lusso per loro).

Acquisto il biglietto "parte alle 5, ma c'e' traffico, partira' alle 5.30". Ok, meglio che niente.
Alle 18 mi dice che c'e' molto traffico e quindi sta tardando, ma sicuramente in serata saro' a malindi.
Alle 18.30 mi dice che sta arrivando.
alle 19 mi dice che arrivera' fra 30-45 minuti.
Alle 19.30 il bus ancora non si vede, pero' dice che fra 45 minuti il bus partira' per Malindi.
Alle 19.31 lo mando affanqlo e prendo un taxi, come mi aveva consigliato un'amica fin dall'inizio.
Alle 10 di sera arrivo finalmente a Malindi e contatto l'amica che mi deve portare all'alloggio...,., cellulare irragiungibile.
Sono nella merda!
In un ristorante chiediamo del punto dove ci si doveva trovare, il kiwi bar.
- E' li' di fronte, ma e' chiuso, lo hanno chiuso a gennaio.
La merda sale
- Chi cercate?
- Carmelinda!
- La conosciamo, adesso la chiamiamo.
Si dipana la merda
(N.B.: e' conosciuta in quanto operatore turistico sposata con uno del luogo, anche lui molto attivo nel turismo, per cui i ristoranti la conoscono)
- Non e' raggiungibile...
Era una finta: la merda e' ancora tutta li'.
- Pero' adesso vi portiamo a casa sua
La marea di merda sembra ritirarsi.
Arriviamo a casa sua, e' li' fuori.
La merda sparisce del tutto.
- Ciao, aspetta che telefono al tizio delle chiavi, poi ti accompagno.

Me la sono vista molto marrone
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Il viaggio 
sabato 16 agosto 2014
Nulla di che: il viaggio di andata e' un qualsiasi viaggio di andata.

Nel volo da Francoforte ad Addis Abeba la Ethiopian ha messo una hostess con un culo che sembrava una statuina tribale africana. Non so se per fare folklore, pero' mettere una tale culona negli spazi angusti di un aereo e quanto meno insolito.

L'aeroporto di Addis Abeba ha dei cessi inverecondi, peggiori del nostro autogrill piu' malandato. Non a caso ho parlato di cessi: il termine "toilette" avrebbe uno stile troppo discreto.

Qui i controlli di sicurezza sono inesistenti: sebbene non fossi uscito dall'aeroporto, ma fossi rimasto sempre all'interno delle zone di sicurezza, prima del gate c'e' stato un ulteriore passaggio attraverso gli scanner. Ma sebbene portassi con me una borraccia da 1 litro piena d'acqua, nessuno mi ha detto niente.

Poi, passate le postazioni di controllo, non ci sono bar. Se ci si ferma anche solo per uno scalo ad Addis Abeba, bisogna cmq portarsi dietro qualcosa da coprirsi: l'aeroporto e' a 2200 m, e fa un fresco piuttosto pungente.

Prima del controllo dei passaporti si deve compilare in foglio giallo. Io, che non me ne ero avveduto, arrivo al controllo dove l'ufficiale mi ha fatto pagare 40E per il visto, e 10E per il foglio giallo. Morale: mi ha inqlato 10 euro, perche' dovevo pagare solo il visto.
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