Tu 
giovedì, 13 maggio, 2010, 18:58
un anno fa.... un sogno fa... il sole e poi il buio del tuo dolore e della perfidia dei malvagi....
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ORA!!! 
mercoledì, 28 aprile, 2010, 19:50
ZCZC

Un giorno non avrò più gli occhi per guardare i tuoi, non mi reggeranno le mani per donarti il mio cuore, la tua voce sembrerà un suono straniero e lontano.... perciò tutto quello che puoi amare, devi amarlo subito, senza indugio, e soprattutto senza le catene della ragione. Ama ora!

You'll miss the boat if you are scared:
perhaps you'll fail at least you've dared.
You'll never know untill you try,
cause life's a bitch and then you die.

M. Tom

NNNN
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Vecchio porco! 
sabato, 27 marzo, 2010, 12:44
ZCZC

Ophelia mi ha massacrato di scherni, non voleva credere che avessi usato la password più comune del mondo: "Tu che mi usi quella password???? ma vergognati, non devi neanche dirmelo"... ahimè.... moan... moan....
Ma santo cielo, era un account di facebook che dovevo usare forse una settimana, il tutto si doveva esaurire nel breve perculeggio di qualche amico e poi chiuderlo.... ma me ne sono dimenticato

Facendo le pulizie di primavera nel computer, ho riaperto il file in cui avevo appuntato alcune password di siti, fra cui quella dell'account di cui sopra. Non ci entravo da diversi mesi, forse da settembre, l'avevo completamente rimosso dalla memoria. Ci sono rimasto: l'account era usato da un erotomane che aveva indovinato come entrare.

Ok, mea culpa: sono stato io un somaro con la password...

Però mi chiedo... perché mai uno dovrebbe usare un account di un altro per andare in giro? perché non farsi un account per i fatti suoi? probabilmente il tipo (o tipa?) voleva solo farmi lo scherzone della sua vita facendomi trovare una roba tutta diversa da quello che avevo lasciato.... anche perché non c'erano interazioni, né con bacheche, né con messaggi... solo amicizie e gruppi....

Fra l'altro ha bloccato quei pochi contatti che avevo registrato, in modo che nessuno mi potesse avvisare cosa stesse succedendo.... ho il dubbio che fosse realmente qualche buontempone fra i tanti che conosco dei residuati goliardici....

Mi sarebbe piaciuto vedere la mia faccia aprendo la pagina: magari provate a mettervi nei miei panni... con tutta la "password" :D

Major Tom

NNNN

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Una donna chiamata Iago 
martedì, 23 marzo, 2010, 11:52
ZC

Di recente ho assistito alla storia di un Otello e una Desdemona. Erano due amici che non si vedevano da molti anni: avevano perso le tracce l'uno dell'altra e si ritrovarono per un caso fortuito.
Già prima di rivedersi Desdemona si ricoverò per seri motivi, e solo per discrezione Otello non percorse centinaia di chilometri per portare visita alla vecchia amica. Ella per i giorni del ricovero rimase sola: sebbene rischiasse la vita, nessun parente o amico le portò il conforto di un sorriso. Solo Otello ebbe a preoccuparsi della sua salute, nonostante gli fosse praticamente sconosciuta.

NN

Shakespeare. Iago ci rappresenta la massima espressione dell’invidia: egli insinua, in Otello, il tradimento di Desdemona con l’obiettivo preciso di distruggere la felicità altrui.
L'invidia è il vizio capitale più diffuso e benché non sembri uno dei sentimenti più pericolosi, è molto grave, perché può anche segnare in maniera negativa l'esistenza di chi è vittima delle azioni dell'invidioso.
L'invidia la si cova dentro in maniera subdola e nascosta: avete mai trovato qualcuno che abbia avuto il coraggio di dichiarare che è invidioso? Non lo troverete mai, perché facendolo potrebbe rivelare un senso d'inferiorità verso la persona invidiata e si potrebbe arrivare ad atteggiamenti ancor più gravi, dall'antipatia all'odio e persino ad avere istinti aggressivi. Il primo invidioso per eccellenza fu Caino: guardate che fine ha fatto il fratello... Non per nulla nella teoria psicoanalitica classica "invidia" e "distruttività" sono pressoché sinonimi.

L'invidia, nelle definizioni della parola, viene sintetizzata così: "Per l'invidioso, la felicità altrui è fonte di personale frustrazione". L'invidioso, infatti, non sopporta che un altro con le sue stesse doti o caratteristiche, abbia più successo di lui.
Secondo Freud l'invidia era uno dei segni che distingueva la personalità femminile, l'invidia era rivolta prevalentemente da donne verso altre donne.
Nozick (1981) definisce invidioso colui che, se non può possedere qualcosa che un altro ha, preferisce che nessuno dei due la possieda. L’invidioso infatti vuole che l’altro più fortunato perda qualcosa anche se questo non gli porta alcun vantaggio.
La psicanalista lacaniana Ioanna Fennemann spiega che "una donna può anche essere competitiva con un collega maschio, ma la vera invidia (specchio di quella emozione primigenia) la prova nei confronti di un'altra donna”.
Un'indagine del novembre 2000, realizzata dall'Istituto di Marketing Sociale (Ims), ha rivelato come l’invidia sia un sentimento provato da nove donne su dieci. I dati emersi da 500 interviste mostrano che l'invidia è rivolta quasi esclusivamente verso le altre donne: ecco in ordine decrescente gli “oggetti del desiderio” che scatenano il peccato di cui più ci si vergogna:
• La fortuna di avere un uomo bello e soprattutto benestante (37%)
• La bellezza delle altre (32%)
• Il fascino delle altre (29%)
• La capacità seduttiva delle amiche (25%)
• La serenità delle amiche (23%)
• La felicità delle amiche (20%)
• La vita sociale più intensa delle amiche (18%)
Difficile quindi pensare ad una solidarietà femminile, sul modello del cameratismo maschile, dato che l'invidia avvelena persino l'armonia dei rapporti di amicizia. Molte donne, infatti, sognano che la rivale sparisca (43%), che le succeda qualcosa di sgradevole (38%), che perda improvvisamente le motivazioni del proprio vantaggio (37%), che venga abbandonata dal proprio partner (32%).

ZC

Quando Otello e Desdemona si rividero, fu come mettere della benzina accanto al fuoco, dei novelli Abelardo ed Eloisa: il loro amore fu dirompente, irrefrenabile, appassionato e dolce; entrambi avevano riscoperto la gioia di vivere e le emozioni, ormai da tempo dimenticate, dei cuori in subbuglio. Nella loro vita era di nuovo primavera in tutta la sua prorompente e rigogliosa freschezza.
Ma uno Iago al femminile convinse Desdemona della propria amicizia, ottenendone la fiducia, nonostante al momento del bisogno non avesse mostrato il benché minimo interesse per la salute di Desdemona, pur abitando a pochi minuti di strada. Abbassate le difese, la dolce amata fu preda dell'invidia della novella Iago.

Major Tom.

NN

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Fiabe sonore 
venerdì, 19 marzo, 2010, 23:09
ZCZC

Finisce così,
questa favola breve se ne va.
Il disco fa click
e vedrete fra un po' si fermerà.
Ma aspettate, e un'altra ne avrete.
"C'era una volta", il cantafiabe dirà,
e un'altra favola comincerà.

M. Tom

NNNN

E un giorno forse ti accorgerai dei graffi sul tuo disco che ti hanno negato un "...e vissero tutti felici e contenti".
Se questa volta non mi dimenticherai, saprai il perché ti vorrò bene comunque.

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Time out 
venerdì, 29 gennaio, 2010, 15:23
ZCZC

Gianluca mi chiede il perché abbia scelto lo pseudonimo di "Major Tom". È presto detto.

Ho ripreso il soggetto che David Bowie personifica in Space Oddity.

Major Tom per me è l’emblema di chi è distante dal mondo, di chi vive una propria realtà lontana dagli altri. Non voglio dire che io viva su un altro pianeta nella vita quotidiana, ma quello che scrivo sono pensieri che fanno parte di un'interiorità che, come per ognuno di noi, è un universo a sé stante. Riassumendo, racconto cose di un mondo a parte, spesso distante da tutto.

Grazie a Gianluca per avermi dato lo spunto per spiegare.

Major Tom.

NNNN


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Un giorno credi 
mercoledì, 27 gennaio, 2010, 21:35
ZCZC

Si teme per il proprio futuro, ma a volte è bene osservare con attenzione l'altrui passato.

Non si pensi di essere immuni dai giudizi di chi ci è accanto, perché proprio gli altri possono avere la maggior influenza sul nostro destino. E i fantasmi, quelli del loro passato, si affacciano perniciosi nella nostra vita.

Devo dire che, sommando tutti i difetti che mi sono stati attribuiti negli anni dalle persone che maggiormente mi hanno conosciuto in privato, dovrei essere una sorta di compendio di criminologia, la summa del deprecabile, una mirabile sintesi dei più loschi personaggi che hanno popolato le buie realtà delle miserie umane.

'Stamattina mi sono guardato allo specchio e ho ripensato a tutte quelle accuse di cui ho fatto incetta nel corso dei lustri: "quella faccia lì?!... con tutti quei peccati addosso?!...."; non ho potuto fare a meno di sorridere: "ma non sarei minimamente credibile - pensavo - a sentir loro, se avessi un quadro su cui scaricarli, si sarebbe già bruciato di autocombustione".

"Bù!".... lo specchio non si è spaventato, e questo è già un buon segno. Santi numi! Cantami, o Spiridione, le dita puntate che dovrò ancora affrontare nel novero dei miei amori! Giuro che ne avrò pietà: soltanto loro hanno la disgrazia di conoscere le sofferenze di chi non riesce a liberarsi del cilicio dei passati aguzzini, per adire a una vita di aria pura. Dici che sono presuntuoso? Forse, Spiridione, ma non odiarmi per questo, ci sono mille altri motivi per farlo... che però, questi si, conosco a menadito.

M. Tom.

NNNN

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Lectio Magistralis 
venerdì, 31 luglio, 2009, 11:25
ZCZC

Ci sono delle frasi nella vita di una persona, che vengono ascoltate in un momento qualsiasi, senza un'occasione particolare; eppure, quelle frasi buttate lì, possono cambiare la vita.

Una, cito da esempio, fu quella del professor Favretti di Costruzione di Macchine: durante una lezione sulla Meccanica della frattura ci disse "Ricordatevi che nel materiale il difetto c'è sempre, bisogna solo imparare a conviverci". Immediatamente la riportai a me stesso e a tutto quello che esiste nel mondo; e mi ha cambiato filosofia di vita: ho iniziato a guardare tutto non solo con maggiore indulgenza, ma con lo spirito di chi guarda il cosiddetto "male" come parte di un progetto perfetto (sembra paradossale) e meraviglioso: la Natura. Invece che combattere contro i miei difetti (e in definitiva contro me stesso) ho imparato a conviverci. Da allora mi sono voluto più bene e quegli stessi difetti, accettandoli, sono stati di gran lunga meno dannosi che in passato.

Mario faceva il DAMS. Non ricordo di cosa si stesse parlando, ma sicuramente erano stronzate, raramente si facevano discorsi seri (meglio ridere che deprimersi, no?). Ed ecco che salta su con una perla: "Bisogna sempre avere il coraggio di cambiare".

...eh si...

M. Tom

NNNN

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Innocenti tenerezze 
giovedì, 14 maggio, 2009, 16:25
ZCZC

Quando facevo la seconda(?) elementare (era il Pleistocene o poco più), un giorno arrivai tardi a scuola, e la maestra mi mise nell’unico banco in cui c’era un posto libero. Era proprio accanto alla bambina che più mi piaceva: occhioni modello “Cartone animato” e capelli lunghi castani. Inizialmente ero un po’ imbarazzato: da sempre castigamatti, mi ritrovai davanti a questa bimba che rivelò tutta la mia timidezza che si celava dietro l'irruente vivacità; da mare in tempesta diventai placida laguna.

Passato il primo momento di mia impasse, come è facile fra bambini, si familiarizzò subito. Il giorno dopo non fu necessario arrivare tardi, ci sedemmo di nostra sponte allo stesso banco, come se la cosa fosse ovvia. Il terzo giorno idem, senonché la maestra, ad un certo punto della giornata, salta su e fa “Bambini, oggi cambiamo disposizione dei posti!”. Era una vergognosa scusa per evitare che si andasse oltre fra me e la bimbetta.
Così lei rimase nel banco da una parte dell’aula, mentre io andai dal lato opposto.
Inutile dire che io mi feci triste come una campana a morto, ovviamente attorniato dai compagni maschietti che non si fecero sicuramente scappare l’occasione di perculeggiarmi senza pietà, mentre io, mugugnando, li allontanavo indispettito. Alzai lo sguardo e vidi lei in preda a lacrimoni da cerbiatto, attorniata dalle compagne di scuola che cercavano, invece, di consolarla.

Com’è naturale, la vita ci ha separato, e, devo essere sincero, in tutti questi anni mi sono sempre ricordato di quegli occhioni da film, chiedendomi ora “chissà che bella sbarba che deve essere”, ora “chissà che pezzo di gno.. ehm.. di ragazza che deve essere”, ora “chissà che bella donna che è diventata”.

Dopo diversi mesi che la cercavo su facebook, ieri l’ho ritrovata.
È andata così, rimane il ricordo e nulla più. È già molto avere questi ricordi: c’è chi ne ha di peggiori.
Bentrovata, P., avevo ragione: sei una bella donna, e gli occhi sono quelli. Berrò un calice a noi due. Cin-cin! ;)

Major Tom

NNNN
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A.A.A. Neuroni cercasi 
lunedì, 6 aprile, 2009, 13:14
ZCZC

Un compagno ha impostato il suo stato su facebook come segue: "Terremoto in Umbria... e la colpa è di Berlusconi! Ma allora è vero che è Dio!"

D'accordo, ognuno di noi soffre di grandi e/o piccole paranoie, tante volte la fissazione del pensiero ci rende monotematici e non riusciamo ad evolverci oltre i discorsi che ci hanno plagiato durante l'infanzia, ma perché tanti compagni devono sempre dimostrare di essere la peggiore offesa all'intelligenza umana? Perché non riescono proprio ad avere un minimo di rispetto per se stessi?
Forse ce l'hanno tanto con Dio perché li ha sottostimati nella elargizione di certe qualità umane?
Mah....

M. Tom.

NNNN
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Fasbuc 
lunedì, 1 dicembre, 2008, 13:14
ZCZC

Si, anch'io sono stato contagiato dalla febbre di fasbuc.

Da parte mia so di non avere la benché minima costanza per cui, una volta conosciuta una qualsiasi cosa, ho bisogno di passare oltre e conoscere altro.

E difatti sono in discesa di entusiasmo: sto iniziando a non essere più così affascinato dal social network.... inizio ad aver bisogno di andare oltre....

Per la verità ho avuto anche la tentazione di disiscrivermi.... e forse uno di questi giorni lo farò davvero....

Una critica che fanno le persone è quella che attraverso fasbuc tutti sanno i cacchi tuoi.
Ecco, allora io voglio sapere chi li obbliga a mettere se stessi in rete. La gente pensa davvero che quello che passa in rete sia la verità, e si sentono portati a mettere in piazza qualche verità sulla propria vita.

Che poi, se vogliamo essere attenti, le verità che si mostrano in web sono quelle che ci fanno apparire più apprezzati. Vogliamo vedere quanta gente mette in rete la merda che sicuramente è presente nella propria vita? O comunque qualcosa che non è "il meglio di sé"?

E' lo stesso atteggiamento che si ha nei confronti degli altri nella vita reale: mostrare solo il meglio di sé per essere apprezzati.
La domanda che mi pongo ora è: chi decide cosa è "il meglio"? Ovvio: gli altri. Questo vuol dire che ognuno cerca di agire in modo da procurarsi del "materiale" da proporre agli altri per essere accettato e apprezzato. Purtroppo molte volte quel "materiale" non è affine alla nostra natura, è qualcosa che ci obblighiamo a produrre per compiacere. E noi stessi? Eh.... il nostro io lo mettiamo da parte, lo dimentichiamo, lo mettiamo a tacere.... alla fine non lo conosciamo più e sprofondiamo nei problemi che saranno il forcone persecutore della nostra vita.

Major Tom

NNNN


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(In)Giustizia d'Italia 
martedì, 4 novembre, 2008, 03:28
ZCZC

Tempo fa mi è arrivata una cartella esattoriale per una multa di cui non ho mai ricevuto notifica. Fatto ricorso, dopo diversi mesi finalmente l'udienza a marzo 2008. Il comune di Bologna, parte avversa, non si presenta senza neanche avvertire. Al momento il giudice (Avv. Boni) telefonò all'ufficio competente del comune (sembravano molto in confidenza) chiedendo se potessero procurare la ricevuta da me firmata, che per telefono assicuravano di avere.

La risposta fu che in quel momento non era possibile rintracciare le ricevute e venir lì. Al che il giudice decide di sua iniziativa, cioè senza un'istanza del comune, di rimandare l'udienza al 17 luglio 2008.

Dopo un po' di giorni ho degli elementi per prevedere che il 17 luglio non ci sarei potuto essere, per cui il 12 maggio mando un fax (di cui ho la ricevuta) con la richiesta di differimento dell'udienza.

Passato agosto, mi informo sull'iter della mia pratica e scopro che il giudice ha chiuso il procedimento dandomi torto.

A questo punto voglio sapere perché questa disparità di comportamento! Perché se il comune non si presenta senza avvisare, l'udienza viene aggiornata ad altra data, mentre se io chiedo di rimandarla vengo punito???

Quale giustizia è questa??? Dov'è la giustizia in tutto ciò???

Questo che io pago sulla mia pelle mi fa vedere che i cittadini in massa possono subire delle condanne senza poter minimamente influire sui giudici. Cioè il popolo non è sovrano, dato che la magistratura può condannare chiunque e mettere a tacere chi ha un pensiero diverso. Un sistema siffatto è una dittatura, perché quando il popolo è totalmente inerme davanti a tali pericoli, vuol dire che non c'è democrazia.

M. Tom.

NNNN

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Buchi: neri o...  
giovedì, 11 settembre, 2008, 12:38
ZCZC

In questi giorni si parla tanto dell'esperimento del CERN e del buco nero che inghiottirebbe la Terra, a detta di Otto E. Rössler. Costui è un biochimico tedesco che, guardando i temi dei lavori pubblicati, assomiglia più a una figura di cui l'Italia è colma: il Tuttologo.

Be', la prima considerazione è questa: cosa sa di Fisica delle Alte Energie un biochimico? Potete scommetterci i maroni: NULLA.
Vi dico anche che un fisico che NON abbia studiato precipuamente la Fisica delle Alte Energie non può sapere nulla di quello che succede al CERN e in LHC.

Giuste appaiono, quindi, le considerazioni che si trovano in questo articolo.

Major Tom.

NNNN

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Previsioni 
sabato, 16 agosto, 2008, 16:44
ZCZC

Mentre ero in viaggio, riflettendo sui sistemi economici e del lavoro che sono propri della nostra civiltà occidentale, ho iniziato a pensare che l'abolizione delle dogane potesse essere un grande vantaggio sia per l'economia che per la vita stessa delle persone.

Oggi, leggendo "Liberalismo" di Von Mises (uno dei più grandi economisti della storia, che fra l'altro predisse la crisi del '29 con 10 anni (!) di anticipo), ho affrontato alcuni paragrafi che, guarda caso, trattano proprio lo stesso argomento, e ivi l'autore sostiene la tesi per cui l'abolizione delle dogane e del protezionismo dei sistemi statalisti sarebbe un vantaggio economico, del lavoro e per costruire delle società meno conflittuali e più pacifiche.

WOW!

M. Tom.

NNNN

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Il Viaggio 
domenica, 8 giugno, 2008, 13:44
ZCZC

Scritto maiuscolo: "Il Viaggio".
Si, perché non è un viaggio qualsiasi.

Oggi ho per le mani il libro "Stato? No grazie!" di Marcello Mazzilli.

Nell'introduzione mi piace una frase: «... ma la filosofia si differenzia principalmente dalla religione per non avere una verità "dettata da Dio" da dimostrare, confermare, diffondere e praticare. Piuttosto la filosofia mette in moto un processo, un percorso di ricerca della verità sulle cose, che non è destinato ad una dimostrazione "definitiva".
Ciò che conta è il viaggio.»

E mi è tornato alla mente "L'Alchimista" di Paolo Coelho.

L'uomo è nato nomade, diventato stanziale per necessità di greggi e suprattutto coltivazioni. Ma senza il Viaggio l'uomo non evolve. Senza il Viaggio scimmia resta nella sua vera natura.

Augh, ho detto!

Major Tom.

NNNN

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"La Bassa"  
lunedì, 2 giugno, 2008, 20:14
ZCZC

Avevo pensato "prendo la macchina fotografica e poi metto tutto sul sito". Ovviamente me la sono dimenticata.

Sono stato a Brescello, il paesino di Don Camillo e Peppone.
In 5 minuti si va da una parte all'altra del paese, è proprio piccolo.

In pratica vive molto della gloria venùtagli con Guareschi.

È stata una gita estremamente piacevole. In mezzo a una piazzetta c'era perfino il carrarmato; e lì attaccato il museo dedicato ai film, con le biciclette, l'abito talare e il bastone di Don Camillo.
E poi un fucile di Peppone, il side-car e tante altre curiosità.

Nella piazza principale, dove affaccia la chiesa (di S. Maria Maggiore), in due angoli opposti ci sono le due statue che si salutano, e poco più in là, sotto un portico, la campana di Peppone.
Il "poco" è pleonastico: a Brescello tutto è "poco più in là", visto che si gira il paese in 10 minuti.

Ah, ho visto anche la Madonnina del Borghetto, quella che nel film volevano abbattere; e poi la casa di Peppone (da fuori) e la stazione.
La stazione non riporta più la scritta "BRESCELLO - VIADANA", ma solo "BRESCELLO".

Gastronomia.
Di fronte al museo dei film c'è un ristorante alla buona ma onesto, "La Bottega del paese di Don Camillo". Ho mangiato roba locale egregia: tagliatelle al culatello e coppa con un brodo tipo cipolla e rosmarino. Soprattutto la coppa era ottima, tenera come il burro sciolto.
Ma anche le tagliatelle avevano da fare dei discorsi molto importanti.

Lì si può comprare il "Rosso di Peppone", null'altro che un normalizzimo lambrusco.
Anche il caffè mi è piaciuto.

Il dolce invece mi ha lasciato un po' così. Non perché non fosse buono, ma perché aveva la cannella, che a me non piace più di tanto, per cui non faccio testo.
Se vi piace la cannella può darsi che vi piaccia il dolce locale di Brescello.

Tutto a 27 Neuri.

Nella piazza principale c'è una gelateria artigianale ottima, fa dei gelati che sembrano delle rose, a mo' di petali. Vale.

Al ritorno sono passato per Guastalla.

Guastalla è un bel paesino, tirato su e tenuto, all'epoca, dai Gonzaga dei quali si narra in lungo e in largo nelle targhe affisse agli edifici storici.

Passeggiare per Guastalla è carino, anche se in un'ora te la sei vista bene o male un po' tutta (quella che interessa).
Di tutte le chiese che ci sono (e ne è piuttosto ricca), ne ho trovata aperta solo una. Da una cittadina che si vanta di aver dato alla luce i germi dello stile barocco mi aspettavo più solerzia.

M. Tom soddisfatto e divertito.

NNNN

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Ehm... :))))) 
lunedì, 26 maggio, 2008, 22:29
ZCZC

Ehmmm.....
ehm ehm ehm......
eheh... ehmm ehmm....

ehm

eh

eh

M. Tom (faaaaaaar above the wooooooorld)

NNNN

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Sono femmina 
venerdì, 9 maggio, 2008, 12:00
ZCZC

Da piccolo continuavo a chiedere "perché" di qualsiasi cosa, a tal punto che, per farmi tacere, alcuni parenti del ramo paterno mi rimproveravano di questo "difetto" e mi disprezzavano dicendo che la curiosità è femmina.
E io la frustravo, la mia curiosità, e pensavo di essere sbagliato.

A distanza di tanti anni ho rivalutato il tutto: una mente vivace, ecco cosa mi animava, una mente assetata di conoscere tutto del mondo. E quegli adulti che facevano tanto gli Uomini, sapienti e saggi, atteggiandosi a coloro che sanno molto bene come si sta al mondo e come esso gira, quegli adulti non erano altro che piccole menti, piccoli omuncoli di bassa lega.

Oggi ho letto un articolo qui:
http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna/020213b.htm

Dice che Gödel era soprannominato "Signorino perché". Beato lui che non aveva attorno idioti che frustravano la sua curiosità.....

Credo che i bambini in genere nascano molto prossimi alla perfezione.
E' il contatto con gli adulti che li rovina.
(Apposta non ho figli)

Major Tom.

NNNN

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L'utilità dello stupido 
giovedì, 1 maggio, 2008, 09:29
ZCZC

Supponiamo di avere due direzioni in cui l'universo può evolversi. Esso si evolve in una sola di esse: quella che è effetto delle condizioni più favorevoli, cioè quella che abbia probabilità superiori a 0.5.

In un sistema con solo due stati-obiettivo possibili, data la probabilità evolutiva D=P-0.5 di uno dei due, il suo segno determina la direzione, e il modulo 0<|D|<0.5 determina la velocità (P, 0<P<1, è la probabilità che si realizzi quello stato rispetto all'altro).

Se si avesse probabilità 1 che avvenga qualcosa, allora tutto avverrebbe subito, in modo immediato. Mentre il mantenere quella probabilità al di sotto di 1 fa in modo che l'evoluzione non avvenga troppo rapidamente, che essa abbia una latenza e, in linguaggio comune, che tutto abbia il suo "tempo".

Per questo la Natura ha bisogno degli stupidi: se avesse estinto subito il gene della stupidità, tutto si sarebbe evoluto troppo rapidamente e finito subito. Sarebbe stato come eliminare le probabilità di deviazione regressiva o non costruttiva di un sistema dal suo percorso perfetto.


M. Tom

NNNN

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AAAARRRGGGHHHHHH!!!!! 
martedì, 29 aprile, 2008, 15:41
ZCZC

Caina accoglie chi a vita mi spense!!!

- Vespa ingolfata
- fare TAC al dente con la dima
- 1 solo giorno per fare il 730 e riconsegnarlo al CAF
- il tubo a telescopio dell'aspirapolvere che non si trova
- quel dannato CMSSW_1_8_0 che continua a segfaultare
- al lavoro quel windows di merda che per andare a prendere un file ti dicono "vai sul disco I:....". Ma quale cazzo di disco I:, che ognuno c'ha attaccato un server diverso???? Ma è possibile che un server si chiami con una lettera diversa a seconda dell'utente???!!!

VI MANGIO TUTTI!!!!

ARGH!

M. Tom!!!

NNNN
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